RASSEGNA
STAMPA
dall'inviato
dell'Unione Sarda: ANGELO ALTEA
Orune
Alla fine c’erano tutti a festeggiare un’autentica occasione di sport vissuto come momento sociale e di solidarietà, giovani del paese e carabinieri, amministratori e rappresentanti del volontariato, gente comune. Una giornata solare e tersa come l’animo delle persone che hanno dato vita ad una delle tante iniziative di positiva vita comunitaria di cui questo paese è stato protagonista negli ultimi anni ha fatto da cornice ad un avvenimento a suo modo straordinario. Sono passati poco più di quindici giorni da quando la tensione è salita alle stelle dopo i fatti accaduti durante la festa del Carmelo, ma a vedere i volti distesi della gente, l’aria serena, sembrava fossero passati anni. Segno che la volontà di lasciarsi alle spalle un cupo clima di violenza che ormai appartiene al passato è solida e vincente.
L’occasione per ripristinare il giusto clima di convivenza è stata offerta dal torneo di calcio durante il quale la Uisp
Nazionale e l’associazione “Libera” di don Ciotti hanno offerto al Comune una somma vicina ai 10 mila euro come contributo per la ricostruzione degli spogliatoi del campo sportivo distrutti da un attentato a marzo. «Gli spogliatoi li abbiamo già ricostruiti, anche con l’aiuto della ditta
Arp di Nuoro - ha detto il sindaco Francesco Berria
- ma l’iniziativa ha un grosso significato simbolico». Un piccolo contributo è stato consegnato anche al sindaco di Ottana Peppino
Fenudi, perché a luglio anche il campo sportivo del paese-simbolo dell’industrializzazione della Sardegna centrale è stato bersaglio di un attentato.
Il triangolare di calcio, per la cronaca, è stato vinto dalla squadra di casa (risultati:
Orunese-Ottana: 1-0; Ottana-Uisp: 1-0; Orunese-Uisp 1-0) ma in gioco c’era ben altro che un trofeo sportivo. Lo hanno sottolineato il sindaco
Francesco Berria, che non ha taciuto la critica al presidente della Regione Pili («Pensa solo a Lula e si dimentica
Orune»), il presidente della Provincia
Francesco Licheri, il presidente nazionale dell’Uisp
Nicola Porro e quello regionale Bruno Bianchina («solo apparentemente questi sono sport minori perché hanno un grosso impatto sociale»), il sindaco di Ottana
Peppino Fenudi («momenti come questo devono essere replicati al di fuori dell’emergenza degli attentati»). Opinioni condivise dal presidente della polisportiva orunese
Giuseppe Pittalis: «Quelli di oggi sono i veri valori che lo sport deve portare avanti» e dal dirigente dell’Ottana calcio
Tonino Soro: «Ci incontreremo nuovamente in condizioni di normalità, questo discorso non può chiudersi con la giornata di oggi». E l’assessore provinciale alla pubblica istruzione
Ciriaco Davoli ha aggiunto: «Oggi è stato premiato lo sforzo del paese per scrollarsi di dosso scomode etichette. Il lavoro non è finito ma riteniamo di essere sulla buona strada».
Una strada che ieri era evidente, più che nelle enunciazioni di principio, nella socialità che ha contraddistinto al campo sportivo durante il torneo di calcio e poi, nel salone della scuola elementare, il semplice buffet allestito dallo chef Venanzio, che è stata l’occasione per consentire ad amministratori comunali, carabinieri e gente del paese per ricostruire quel dialogo che gli avvenimenti di fine agosto, enfatizzati oltre la realtà dei fatti, sembravano aver spezzato. «Questo è il percorso che abbiamo intrapreso fin dall’inizio e che vogliamo continuare a seguire, senza esitazioni o tentennamenti», ha detto il sindaco Francesco
Berria.
|